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Ode alla Lentezza


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Sepúlveda scriveva: “La lentezza è una  forma di resistenza in un mondo dove tutto è troppo veloce e dove il potere più grande è quello di decidere cosa fare del proprio tempo”. E la sua favola della lumachina ne dimostra gli indiscussi vantaggi.  Ma al dilà di queste belle parole, sotto sotto quasi tutti siamo convinti che vivere a ritmi lenti è solo una perdita di tempo, che non aiuta a cogliere le molte opportunità della vita, fino a diventare talvolta, addirittura pericolosa.


 Ma allora, chi ha ragione? Forse più che di lentezza fine a se stessa, un po' anacronistica e fuori moda in questa era della velocità e dello stress digitale, possiamo provare, (attraverso semplici esercizi di “mindfulness in action”) ad incontrare ritmi più naturali e più consoni a noi stessi. Ad esempio, l’esercizio può essere quello di portare consapevolezza in alcuni nostri gesti, che sia rifare il letto  o spalmarci la crema la sera. In questi momenti, usciamo da quella fretta compulsiva che ci accompagna costantemente e ci riappropriamo del piacere intrinseco di quel movimento, gustandone  la sua semplicità, la sua naturalezza…


E la lentezza a quel punto, lungi dall’essere costruita ed artificiale, diventa lo strumento che ci permette di assaporarne la bellezza.

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