La Mindfulness per gli insegnanti

Oltre che istruttore di mindfulness, sono anche un insegnante e, vivendoli in prima persona, mi rendo conto di quanto possa essere difficile, oggi, affrontare i fattori di stress in classe e in tutte quelle circostanze che fanno da corollario al mondo educativo. 

L’insegnamento comporta un incredibile sforzo altruista, quasi una missione per quanti si dedichino a trasmettere esperienze positive ai propri allievi ma, in questo ruolo, fondamentale per il benessere di bambini ed adolescenti, i docenti spesso sono sopraffatti dalle necessità degli studenti, pagando un prezzo altissimo in termini di stress.

Sappiamo come l’efficacia professionale di quanti svolgano questo compito, sia strettamente legata ad un solido equilibrio psicologico, ma è altrettanto ben noto come, purtroppo, molti di loro non siano adeguatamente preparati ad affrontare le esigenze, sociali ed emotive, che fanno parte della realtà scolastica odierna. 

Tutti i lavoratori sono esposti a problemi, legati alla specifica attività che svolgono e  le derivanti difficoltà, definite fattori stressogeni, se eccessive, possono portare a superaffaticamento e consumo delle risorse, inducendo negli operatori stress e, in caso di non allentamento delle pressioni a quella che, oggi, conosciamo come sindrome da burn out

Nella lista delle categorie più a rischio burn out, troviamo gli insegnanti, il cui mondo, sempre impegnativo, può, in alcuni casi, divenire difficile se non insostenibile, quando devono gestire studenti con problemi psicologici più o meno gravi, dovendo anche affrontare le continue sollecitazioni esterne, sempre più numerose e pressanti, derivanti anche dalla complessità relazionale tra scuola e famiglia. 

Situazioni di questo tipo possono condurre allo scoraggiamento, avere un forte impatto negativo sulla stabilità psicofisica degli insegnanti e, come effetto collaterale, tradursi in un deterioramento del benessere degli studenti. 

In un simile scenario, come può la mindfulness aiutare coloro che, ogni giorno, prestano la loro opera nel campo dell’educazione e della formazione?

La mindfulness è ”consapevolezza”, ed è un’abilità che può essere insegnata, appresa, praticata e sviluppata.

La ricerca scientifica sostiene che gli insegnanti che praticano la mindfulness sono in grado di sostenere meglio lo stress, riducendone i livelli e, in tal modo, risultano meno soggetti ad andare incontro a burnout. 

Quelli di loro che hanno ricevuto una formazione di consapevolezza, oltre che a prendersi cura di se stessi, hanno anche imparato ad utilizzare strategie specifiche per prevenire e affrontare i fattori di pressione in ambiente scolastico. 

Gli insegnanti che la praticano sono meno stressati dalla fatica del loro compito, sono più attenti e capaci di esprimere una comunicazione più serena con i propri studenti che, al contempo, vivranno un’esperienza di apprendimento più positiva. 

Questo perché la mindfulness insegna a focalizzare, intenzionalmente, l’attenzione sulla propria esperienza sensoriale, mentre la si percepisce,  momento per momento e, contemporaneamente, porta ad un atteggiamento di apertura, curiosità e compassione verso ciò che sta avvenendo nel presente, piacevole o spiacevole che sia.

La ricerca scientifica ha dimostrato che uno stato di presenza mentale, proteggendo dagli effetti negativi dello stress, fa raggiungere la capacità di rimanere concentrati sulla propria esperienza presente con consapevolezza non giudicante.

 Uno stato d’animo di questo tipo può aiutare gli insegnanti ad essere più efficaci nel ridurre i conflitti per sviluppare modalità più positive e propositive di relazione con i propri studenti, aiutando a promuovere un ambiente-classe calmo e rilassato. Tutti elementi, questi, che contribuiscono a provare una maggiore soddisfazione nel lavoro che si sta svolgendo.

Quando un insegnante è preso dai propri pensieri su come e cosa fare, ha aspettative, verso se stesso e gli studenti, che spesso non corrispondono alla realtà del momento. Questo può indurre nervosismo e renderlo emotivamente instabile e più insofferente verso il comportamento non sempre adeguato degli studenti, rischiando di perdere la pazienza e peggiorare la situazione.

Praticare la consapevolezza può aiutare a riconoscere i propri schemi emotivi, e a regolare in modo proattivo la propria condotta, rispondendo nel modo valutato come più appropriato, piuttosto che facendosi trasportare da reazioni automatiche. Può inoltre aiutare ad assaporare i momenti positivi dell’attività quando, ottenuta una vera connessione con i propri studenti, si prova gioia nel fornir loro nuovi apprendimenti e nel condividere il loro entusiasmo nel riceverli.

Tutti gli insegnanti hanno, episodicamente, problemi con studenti particolari che si “comportano male” in classe. Riconoscere consapevolmente le proprie risposte emotive nei loro confronti, può aiutare a capire meglio le motivazioni della loro condotta. 

Questi atteggiamenti mentali possono aiutarli a rispondere in modo più appropriato ai problemi sostanziali degli studenti, mettendoli in grado di passare, da una valutazione istintivamente negativa, a uno stato di compassione. Molti insegnanti credono, erroneamente, di poter e dovere regolamentare il comportamento degli studenti in una modalità rigida che, spesso, si ritorce loro contro.

È molto meglio creare e mantenere un ambiente di apprendimento efficace, imparando a controllarsi e a comunicare con un approccio flessibilmente più adatto. Le ricerche, in tema di gestione efficace di una classe, sottolineano l’importanza delle relazioni insegnante-studente. 

Come comportarsi con gli studenti arrabbiati? 

Come instaurare una durevole empatia con i genitori? 

Come mantenere un sano equilibrio, a fronte di richieste continuamente incrementanti, in termini di carico psicologico? 

La consapevolezza offre un modo differente di affrontare i problemi difficili e mal definiti e le sensazioni di disagio della vita reale, sia per gli insegnanti, che per gli studenti. 

Si può iniziare imparando a valutare le sensazioni di disagio riconoscendole per quello che sono: segnali di pericolo che richiedono azioni di correzione consapevole, ma che non sono, di per sé, il problema.

Dare ad ogni studente, in classe, la piena attenzione consapevole, anche per un breve periodo di tempo, lancia un significativo messaggio: ti sto dando attenzione. Stabilire questo tipo di rapporto con gli studenti, fa loro sapere che li si apprezza come individui. 

Rallentare e fermare deliberatamente la routine, per dare spazio alla consapevolezza, può dare il tempo di chiedersi ed analizzare come ci si senta come docenti, quale sia l’atmosfera che permea la classe e di cosa abbiano  bisogno gli allievi in quel particolare momento. 

Iniziare un percorso di formazione alla consapevolezza può essere un atto d’amore, verso se stessi e verso i propri studenti!

 

a cura di Cinzia Iantaffi – Istruttrice Senior MBSR diplomata con il Centro Italiano Studi Mindfulness

Per info: centroitalianomindfulness@gmail.com – tel. 377 573 18 80

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