Parliamo di stress

Che cosa è lo stress

Alzi la mano chi non ha mai detto “Sono stressato, non ne posso proprio più!”. 

Allora parliamo di stress.

Parola ai nostri giorni molto utilizzata lo stress viene tirato fuori in tutte le occasioni in cui ci sentiamo sopraffatti, nervosi, confusi, arrabbiati, stanchi, privi di forze. 

Ma cosa significa esattamente stress?  Il termine lo ha utilizzato per la prima volta Hans Selyenel 1936 per indicare  una alterazione dell’equilibrio  del nostro corpo a seguito di una richiesta di cambiamento da parte dell’ambiente. 

Alterazione non specifica poiché essa è indipendente dal tipo di stimolo che l’ha innescata e riguarda non solo noi esseri umani, ma anche il mondo animale.

Gli esseri viventi in realtà sono sempre in continuo cambiamento, la terra ruota e noi insieme a lei. E’ per questo abbiamo bisogno di un raffinatissimo sistema, l’apparato vestibolare, che ci garantisca il mantenimento dell’equilibrio e la posizione eretta. Giorno dopo giorno e notte dopo notte la vita del nostro pianeta (e dei suoi abitanti) si sussegue lungo un continuum nel quale l’unica costante è il cambiamento.

Anche il nostro corpo cambia incessantemente senza che ne accorgiamo perché spesso tutto accade morbidamente e silenziosamente. Noi esseri umani più interessati a procurarsi ciò che ci piace ed a evitare quello che  non ci piace,  o a controllare tutto ciò che accade intorno lo notiamo solo quando il corpo fa fatica a soddisfare i nostri desideri, si ammala, invecchia. E a volte proprio queste condizioni diventano per noi fonte di stress.

Però la parola stress viene utilizzata  in una accezione diversa della silenziosa perenne impermanenza. E’ proprio quando questa viene ostacolata che il corpo entra in uno stato di stress. Ogni volta che il normale flusso della nostra vita (quiete) viene minacciato siamo chiamati a ripristinarlo.  

Cosa accade nel corpo in fase di stress

La reazione del corpo è sempre la stessa e prescinde, a parte la sua intensità,  da quale sia il tipo di stimolo che l’ha innescato.

E’ invece legata all’immediato aumento dei livelli di adrenalina che nel nostro organismo funziona come avvertimento a prepararsi per far fronte ad una qualche richiesta di cambiamento da parte del nostro mondo interno o esterno. 

La pressione del corpo aumenta. Il respiro diventa più veloce.  Il cuore mette a disposizione delle estremità più sangue per poter lottare o scappare velocemente. Aumentano i livelli di cortisolo che mette a disposizione più zucchero, nel sangue. Vengono inoltre inibite le funzioni digestive, sessuali e il sistema immunitario.

Quando lo stimolo è meno forte, la reazione è più debole e può riguardare un livello di vigilanza aumentato, una capacità di attenzione e di memoria maggiore, quindi un adattamento migliore alla situazione.

È un equilibrio  che va e viene, si perde e si riforma su nuove basi, in un processo fluido  e flessibile chiamato allostasi. Ed è fondamentale per la nostra salute che non ci opponiamo o resistiamo a questo processo.

Poiché siamo per natura soggetti a cambiamento continuo, l’immobilismo, la resistenza e la rigidità è estremamente dannoso tanto quanto reagire alle richieste dell’ambiente interno ed esterno con una modalità reattiva e inconsapevole o inappropriata.

Eustress 

Lo stress entra nelle nostre vite, attraverso eventi, situazioni, stati d’animo che vengono definiti stressors: un esame, un trasloco, un incontro importante, anche però un cambio di temperatura, un innamoramento, il traffico, una malattia. I nostri stessi pensieri benché non costituiscano qualcosa di reale, ma solo di immaginato possono essere del potentissimi stressors.

A volte  il nostro corpo riesce a fare il suo lavoro a prescindere dalla nostra presenza. Altre volte riusciamo a cogliere il suo s.o.s. e collaboriamo per trovare la migliore risposta adattiva a ciò che sta accadendo in quel momento. Per esempio schivare la macchina che sta per tamponarci, accorgerci che siamo troppo stanchi e abbiamo bisogno di riposo, prendere una decisione improvvisa in modo consapevole e non impulsivo. Così possiamo tornare ad un nuovo equilibrio psicofisico, che sarà il punto di partenza del prossimo cambiamento.

Quando è possibile chiudere il ciclo dello stress ritornando ad una posizione di equilibrio si parla di eustress, cioè di stress buono, efficace, sano.

curva dello stress

Distress

Ma può accadere che l’organismo non sia in grado di ritornare ad uno stato di quiete, poiché i fattori stressanti si prolungano nel tempo. L’organismo è impossibilitato a dare una risposta adattiva efficace e lo stato di allerta e di vigilanza producono una tensione permanente. 

Per esempio questo avviene per quegli animali che sono chiusi nelle gabbie degli zoo, o peggio allevati in prigionia per il macello e quindi impossibilitati a mettere in atto la naturale risposta di fuga, attacco o  freezer.

Un aspetto importante che differenzia lo stress negli animali dallo stress negli esseri umani è che lo stress negli uomini non viene quasi mai generato dall’evento in sé, ma è strettamente connesso al modo in cui osserviamo la situazione e da ciò che ci raccontiamo riguardo ad esso.

Per gli essere umani infatti la capacità di pensare può facilmente trasformarsi nel rimuginare sulle situazioni vissute non piacevoli o nel prefigurarsi scenari futuri difficili. Tutti questi pensieri sono veri e propri stressors per il corpo che dunque non ritorna mai in stato di quiete.

Spesso inoltre con la nostra tendenza ad essere sempre nei pensieri ignoriamo i segnali del corpo. Non ci accorgiamo allora di eventi reali che inducono lo stato di stress e dunque lo stato di alterazione e disequilibrio del corpo si cronicizza.

Parliamo in questo caso di distress.

 

stress conseguenze

Come fare fronte in modo efficace allo stress?

Può sembrare banale, ma un grande aiuto per trasformare ciò che abbiamo descritto come distress in eustress  è essere protagonisti della nostra vita.

Sollecitati in continuazione da stimoli interni ed esterni la nostra mente e il nostro corpo reagiscono sia con noi che senza di noi. Quante volte impegnatissimi con l’attenzione in qualcosa che ci prende molto, quando emergiamo scopriamo che siamo infreddoliti, o che la luce del giorno sta scemando e siamo in penombra. O che siamo veramente stanchi o affamati.

Non esserci con la consapevolezza, pur essendoci con il corpo è per lo più il modo più ordinario nel quale trascorriamo la nostra vita.

Non siamo mai nel momento presente, anche se crediamo di esserci. Viviamo ma non sappiamo che stiamo vivendo. Mangiamo ma non sappiamo che stiamo mangiando. Leggiamo e spesso dobbiamo tornare indietro perché non ci ricordiamo cosa abbiamo letto.  Arriva la sera e non ricordiamo più cosa abbiamo fatto la mattina. Assenze.

Ecco perché per noi non è facile prenderci cura del nostro benessere.  Siamo molto spesso senza accorgercene con la mente altrove, a volte non sappiamo neanche dove.

Essere presenti

Dunque il modo più efficace per  essere equilibrati e resilienti è essere presenti  a ciò che sta accadendo nel momento e nel luogo in cui il nostro corpo si trova (che poi è l’unico luogo e tempo che esiste per noi).

Incontrare l’esperienza del momento mente e corpo uniti. Essere lì sapendo di essere lì. Allora possiamo rispondere con coerenza e sollecitudine, seguendo il ritmo del nostro corpo, i bisogni della nostra mente e la necessità del momento presente.

Per coltivare questa che è una vera e propria capacità (essere consapevoli del momento presente) possiamo avvicinarci alla meditazione di consapevolezza(mindfulness), alla pratica yoga, a tutte quelle discipline comunque che facilitano il consapevole incontro mente corpo.

Coltivare  gratuità e fiducia

Possiamo anche coltivare degli spazi di gratuità nella nostra giornata. Spazi che ci permettono cioè di godere semplicemente di ciò che ci piace. Fare qualcosa per passione, perché ci piace farlo e non perché dobbiamo raggiungere un qualche scopo è qualcosa che aumenta l’amore verso noi stessi. Non solo, ci aiuta anche a essere lì dove siamo con soddisfazione e attenzione.

Un altro modo per non essere sopraffatti è naturalmente  avere fiducia in noi  e nella nostra capacità di saper scegliere ciò che è utile al nostro equilibrio. Essere pronti ad ascoltarci nel momento in cui dobbiamo fare delle scelte. Ascoltare il nostro corpo, il nostro cuore, la nostra mente.

Poterci chiedere:

Di cosa ha bisogno il mio corpo ora
Quali emozioni sento in questo momento
Di cosa ha necessità la mia mente ora

E poi agire.

Autore: Bianca Pescatori

 

Ultimi post